Storie

Teresa De Dominicis Venuti

20 dicembre 1873

Il ruolo e l’educazione della donna in Arcadia e in società

Teresa De Dominicis Venuti (Roma, 1842-1928), marchesa di Cortona, fu annoverata in Arcadia il 20 dicembre 1873 con il nome di Cleomira Teomanzia su proposta dell’avvocato Agostino Pasqualone, Armisco Caleodonteo, e del canonico Agostino Bartolini, Eristeno Nassio (Cataloghi d’Arcadia,  c. 43v), che nel 1888, successe a Stefano Ciccolini nella carica di Custode generale (Annesi Klitsche de la Grange, Teresa De Dominicis Venuti, p. 36). Socia ordinaria, fu anche la prima donna a far parte del Savio Collegio, di cui divenne membro nel 1925, durante il custodiato di Nicola Festa (Acquaro Graziosi, L’Arcadia, p. 90). A questo primato aggiunse quello di essere ammessa, nel 1885, all’Accademia Etrusca di Cortona, che, per statuto, non aveva consentito fino a quel momento l’accesso alle donne: un simile riconoscimento fu presentato dagli accademici come un omaggio «al merito di una gentildonna […] per la sua cultura di mente e per le sue produzioni letterarie» (Domini, I soci dell’Accademia Etrusca dalla fondazione ad oggi, p. 272).

Personalità poliedrica, De Dominicis fu stimata da figure come Carducci e Papini (Trompeo, Rapisardiana, p. 137), tenne un cenacolo intellettuale, si cimentò nello studio dell’arabo e spaziò dalla poesia alla saggistica, collaborando con numerose riviste e impegnandosi fortemente nell’insegnamento e nella divulgazione (Annesi Klitsche de la Grange, Teresa De Dominicis Venuti, pp. 40-42); divenne nota ai più per la traduzione di opere quali i Sonnets from Portuguese di Elizabeth Barrett Browning (1902) e il De consolatione philosophiae di Boezio (1896).

Attiva nell’ambiente culturale romano, la sua produzione letteraria risentì fortemente del clima politico-sociale contemporaneo; uno degli argomenti che emerge con maggiore assiduità negli scritti della marchesa, soprattutto nella fase più matura della sua opera, riguarda il ruolo e l’educazione della donna: attraverso un continuo recupero di esempi di mulieres clarae del passato, De Dominicis mette in atto una profonda riflessione che coinvolge le coeve istanze femministe e la canonica rappresentazione femminile convalidata dalla Chiesa alla ricerca del prototipo della donna ideale, che le sembra di poter rintracciare nel tipo della donna erudita (De Dominicis, Qualche pensiero intorno al femminismo, p. 3). Tra i vari exempla che indaga dalle origini della civiltà all’epoca moderna, sempre volti a dare diretta dimostrazione del contributo muliebre alla collettività (De Dominicis, La cultura femminile dai primordi fino al Cinquecento, pp. 3-14), emerge la figura della poetessa d’Arcadia, un tipo di donna che proprio in virtù della sua cultura è chiamata a far parte di una comunità di eletti, quella dei pastori arcadi, e a prestare la propria voce al rinnovamento politico-culturale che si vuole mettere in atto.

Alle poetesse d’Arcadia Teresa De Dominicis dedicò la sua ultima fatica, l’Arcadia femminile, volume in cui diede voce all’amore verso la «cara e veneranda madre» (Annesi Klitsche de la Grange, Teresa De Dominicis Venuti, p. 47), l’Arcadia, e alla rivendicazione dei meriti intellettuali delle donne, a partire dalle Arcadi, che dal 1692 all’Ottocento avevano contribuito con la loro opera alla fama dell’Accademia; di esse De Dominicis ricostruì, basandosi sul superstite materiale d’archivio, le vicende biografiche e letterarie. Dell’ampio lavoro, rimasto purtroppo incompiuto, non vide la luce che il Capitolo proemiale, pubblicato nel 1922 sulla rivista «Nuovo Convito»; il rimanente è conservato in un dattiloscritto presso l’Archivio dell’Arcadia.

Cleomira Teomanzia si spense il 13 ottobre 1928 (Del Vasto Celano, Figure contemporanee: La Marchesa Teresa Venuti, p. 244). Daniella A. K. de la Grange, sua amica e biografa, la descrisse incurante «d’ogni ambizione», grata dell’amicizia e della stima che pochi amici nutrirono «per il suo alto intelletto» e confortata, nei suoi ultimi istanti, dalla certezza di non essere dimenticata, all’indomani della sua morte, dall’Accademia, a cui si era dedicata con passione e che conserva nella quadreria depositata presso il Museo di Roma un suo ritratto (Annesi Klitsche de la Grange, Teresa De Dominicis Venuti, p. 39).

BIBLIOGRAFIA: Roma, Biblioteca Angelica, Archivio dell’Arcadia, Cataloghi d’Arcadia, vol. 13, c. 43v; Maria Teresa Acquaro Graziosi, L’Arcadia. Trecento anni di storia, Roma, Fratelli Palombi, 1991; Daniella Annesi Klitsche de la Grange, Teresa De Dominicis Venuti, in ead. In Arcadia tra Ottocento e Novecento, Roma, Fratelli Palombi, 1973, pp. 36-51; Maria Del Vasto Celano, Figure contemporanee: La Marchesa Teresa Venuti, in «Nuovo Convito», VI, 11-12, 1921, pp. 244-245; Teresa De Dominicis Venuti, La cultura femminile dai primordi fino al Cinquecento, in «Giornale Arcadico», IV, I, 1903, pp. 3-14; Teresa De Dominicis Venuti, Qualche pensiero intorno al femminismo, in «Aigrette. Giornale per signore e signorine», I, 1, 1905, pp. 1-3; Tiziana Domini, I soci dell’Accademia Etrusca dalla fondazione ad oggi, in Annuario XXIX dell’Accademia Etrusca di Cortona, Cortona, Calosci, 1999-2001, pp. 237-353; Pietro Paolo Trompeo, Rapisardiana, in «La Cultura», gennaio-marzo 1932, pp. 137-143.

Autore: Maila Vaccaro
Revisore: Maurizio Campanelli
Data creazione: 08.03.2023
Data modifica: 08.03.2023