16 aprile 2021

Maurizio Campanelli, «Eja age dic satyram». La Musa pedestre nel Bosco Parrasio, Roma, Accademia dell’Arcadia, 2021 («Il Bosco Parrasio», 1)

Il libro, edito con licenza CC BY-NC-ND 4.0, è liberamente scaricabile al seguente link: Campanelli, Eja age dic satyram.

Quattordici testi, dieci poeti, un arco temporale che va dalla fine del Seicento ai primi anni Sessanta del Settecento: le satire raccolte nei tre volumi di Arcadum carmina (1721, 1756, 1768) ci mettono di fronte ad una straordinaria galleria di temi, vicende, personaggi. Una miriade di quadri che raffigurano novanta anni di cultura italiana, ma rivelano anche, nel dimenticato recesso (tale solo per noi oggi) del latino, un’Arcadia vitale e multiforme, quanto mai lontana da ogni manualistico stereotipo. Ma soprattutto testi belli da leggere, e non di rado divertenti.

Maurizio Campanelli nasce come studioso di filologia medioevale e umanistica, ambito in cui si è occupato della tradizione e della lettura dei classici negli Studia del Quattrocento e alle origini della stampa, del metodo filologico degli umanisti, di Marsilio Ficino e del Corpus Hermeticum, dell’oratoria latina, delle descrizioni di Roma, della Cronica di Anonimo Romano. Da molti anni ormai i suoi interessi si sono volti alla letteratura neolatina, ed in particolare alla poesia latina del tardo Sei e del Settecento, ma anche alla storia dell’Arcadia e ai legami tra poesia e filosofia nel XVIII secolo. Sta per pubblicare, con un gruppo di giovani studiosi, l’edizione critica dei testi statutari dell’Arcadia (1690-1696).

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