Addio ad Arnaldo Di Benedetto

16 settembre 2021 

Il 16 settembre 2021 ci ha lasciati Arnaldo Di Benedetto, in Arcadia Nitileo Antoniano (socio corrispondente dal 21 giugno 1990, ordinario dal 5 luglio 2001). Nato a Malles Venosta (BZ) nel 1940, si era formato a Milano, dove Mario Fubini lo avviò allo studio di Tasso, cui dedicò la propria attenzione anche tra il 1967 e il ’69 quando fu specializzando presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha insegnato letteratura italiana presso l’Università di Torino dal 1969 al 2010, prima come professore incaricato, poi come professore ordinario. A quel periodo data l’inizio della sua ricerca su Vittorio Alfieri, ricerca che ha continuato negli anni. Dal 1993 al 2020 è stato co-direttore del «Giornale storico della letteratura italiana».

Studioso con una notevole apertura europea, ha insegnato in varie università europee e negli Stati Uniti. È stato socio di varie accademie, presidente del “Centro Nazionale di Studi Alfieriani” dal 1989 al 1999 e membro del consiglio scientifico del “Centro di Studi tassiani” di Bergamo.

Le sue ricerche hanno spaziato da Dante alla letteratura volgare del Quattrocento, alla trattatistica del comportamento, alla letteratura europea del Settecento, a Manzoni, a Nievo e alla letteratura campagnola, alla letteratura del Novecento. Anche se poi era solito raccogliere i suoi saggi in volume, la sua attività critica trovava espressione nella forma-saggio, forma che si adattava alla perfettibilità successiva: era infatti convinto, avendo portato alle estreme conseguenze la concezione fubiniana che la critica fosse «un intervallo tra due letture», che essa si dovesse confrontare con le letture precedenti e fosse continuamente aggiornabile. In questo suo percorso, soprattutto negli ultimi anni, si è confrontato spesso con i saggi letterari di Benedetto Croce, non per auspicare un banale ritorno a Croce, ma per rivendicare il fatto che occorreva far tornare Croce a noi, tornare a confrontarsi ineludibilmente con un critico che aveva affrontato l’intero sviluppo della letteratura italiana senza arrivare a proporne una storia.

Enrico Mattioda

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