Addio ad Angelo Stella

14 dicembre 2023

Giovedì 14 dicembre 2023 si è spento all’età di 85 anni Angelo Stella, accademico dell’Arcadia dal 2011 con il nome di Filodamo Solese: alunno del Collegio Borromeo durante il rettorato di Cesare Angelini, si laureò a Pavia con Maria Corti, di cui è stato allievo ed erede della cattedra pavese di Storia della lingua italiana. Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta collaborò alla nascita del Centro Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei, da lui diretto per più di un decennio (1990-2002). Nel 2007 è diventato Accademico della Crusca con il nome di Abscondito. Presidente del Centro Nazionale Studi Manzoniani dal 2006, ha ricoperto anche gli incarichi di Presidente della Fondazione Maria Corti dell’Università degli Studi di Pavia e di Vicepresidente dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Fondamentali i suoi studi linguistici e dialettologici dedicati all’area padana e lombarda: per la Storia della Lingua Italiana Einaudi diretta da Luca Serianni e Pietro Trifone, ha scritto imprescindibili profili degli antichi volgari del Nord Italia. Gli Scritti linguistici di Manzoni, da lui curati con Maurizio Vitale per l’edizione nazionale, e il suo commento ai Promessi Sposi per Einaudi-Gallimard rappresentano contributi tra i più importanti per lo studio dell’autore lombardo. Con le sue Note sull’evoluzione linguistica dell’Ariosto (1976), che seguì l’edizione da lui curata dell’intero epistolario dell’autore del Furioso (Mondadori 1965), ha inaugurato una prospettiva di analisi in grado di far emergere i rapporti di forza tra scrittura quotidiana e opera letteraria. Nel 2016, dopo un lavoro decennale, ha pubblicato per Einaudi tutte le lettere di Baldassarre Castiglione, donando alla comunità scientifica una delle testimonianze più significative del primo Cinquecento italiano ed europeo.

Magistrali per noi allievi i suoi silenzi, la sua discrezione nelle parole, di cui ha sempre intuito la misura, anche emotiva: ricordo che molti anni fa mi portò con lui alla Biblioteca Vaticana per portare alla luce e trascrivere le dodici lettere della moglie di Castiglione, Ippolita Torelli, morta a vent’anni per le conseguenze del parto. Leggendo l’ultima missiva della giovane nobildonna scritta sul letto di morte, silenziosamente si commosse. Di questo rapporto intimo ed emotivo con la lingua ha lasciato tracce preziose nei suoi scritti giornalistici (raccolti nel volume La punta della lingua, Scheiwiller 1997) e nelle prose memorialistiche (Sei per dieci 1998 e Un buono da Ottanta 2019, Guardamagna).

Roberto Vetrugno

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