Addio a Maurizio Vitale

20 ottobre 2021 

Il 20 ottobre 2021, poco prima di raggiungere il secolo di vita (era nato nel 1922), ci ha lasciati Maurizio Vitale, in Arcadia Brinaldo Eubeo, socio corrispondente dal 1977, ordinario dal 1989, membro di numerose accademie, tra cui l’Accademia dei Lincei, l’Accademia della Crusca, l’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, l’Istituto Veneto di Lettere ed Arti; medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e dell’arte, e insignito del premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei per la teoria e la storia della lingua italiana.

La sua figura ha occupato un posto di particolare rilievo nell’ambito degli studi linguistici e letterari italiani, per tutta la seconda metà del Novecento, e fino ai giorni nostri, data la sua instancabile produttività.

Laureatosi nel 1946, sotto la guida di Antonio Viscardi, in Storia della lingua italiana, ha occupato dal 1957 la prima cattedra di questa recente disciplina, esercitando poi sempre, fino al 1992, il suo magistero nell’Università degli Studi di Milano, in cui ha ricoperto incarichi di prestigio e ha rappresentato un’importante figura di riferimento nella Facoltà di Lettere.

La storia della lingua italiana è stata da lui indagata in tutta la sua estensione cronologica, dal XIII al XX secolo, relativamente, da una parte, a tematiche trasversali nel tempo come la questione della lingua, purismo e classicismo, rapporti tra fiorentino e lingue di koinè, grammaticografia e lessicografia, e, dall’altra, relativamente ai grandi autori della letteratura italiana, a molti dei quali ha dedicato ampie monografie. La lingua del Petrarca, del Boccaccio, del Trissino, dell’Ariosto, del Tasso, di Vico, Parini, Leopardi prosatore, Manzoni, D’Annunzio, Bacchelli è stata illuminata dalle sue analisi, nelle quali una minuziosa indagine scandaglia la parole dell’autore in rapporto all’istituto della langue coeva, con un metodo che declina in modi sempre diversi, in quanto funzionali ai diversi autori, l’analisi sistematica sui differenti piani della lingua. Tra i secoli e gli autori studiati, un posto particolare spetta all’Ottocento, con la tensione verso l’unità linguistica della nuova nazione, e al Manzoni, indagato nel romanzo, con il progressivo raggiungimento dell’italiano moderno, inteso come strumento di unità linguistica nazionale, nelle tragedie, e negli scritti teorici. Ma anche alla lingua non letteraria, dalla lingua delle cancellerie quattrocentesche ai problemi linguistici dell’Italia contemporanea, Maurizio Vitale ha dedicato attenzione negli studi e nell’insegnamento, sulla base di un principio forte di legame tra lingua e società.

Vastità e profondità di cultura, rigore metodologico e duttile intelligenza nell’applicarlo, sete di conoscenza mai pretermessa, passione per la ricerca e per la sua trasmissione attraverso gli studi, l’insegnamento, e lo scambio amicale, tanto importante per lui, facevano di Maurizio Vitale un Maestro e un Amico di cui molti sentiranno la mancanza.

Ilaria Bonomi

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