La «vaghezza del vedere». Aretino ecfraste e il caso delle agiografie

Paolo Marini

Le tre agiografie concepite da Aretino tra il 1539 e il 1543, a conclusione dell’esperienza di riscrittura del sacro inaugurata dalle parafrasi bibliche, offrono un punto di vista privilegiato per osservare gli esiti di un’ecfrasi che influenza direttamente lo stile e il lessico tecnico della nuova critica d’arte, a partire dalla proposta di Vasari. Forte di un consolidato credito di connoisseur, conquistato sul campo e certificato dai primi due libri delle Lettere, Aretino può ora permettersi di coinvolgere i massimi artisti della stagione rinascimentale nella sua opera di amplificatio della fonte agiografica, mettendoli a parte di un gioco emulativo che esalta il giudizio estetico del letterato dall’antico al moderno. Ne deriva un autoproclamato ruolo di mediazione fra corti e botteghe che legittima anche l’impegno pubblicistico a favore del compare Tiziano. È lui, secondo Aretino, il sommo maestro, alla pari con Michelangelo, con cui condividere il progetto di una nuova poetica del sacro alla vigilia del Concilio di Trento.

Parole chiave: Pietro Aretino; Ecfrasi; Agiografia; Tiziano Vecellio; Estetica; Connoisseur; Amplificatio; Riscrittura del Sacro; Mediazione; Concilio di Trento.

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The «vaghezza del vedere». Aretino: Ekphrasis and the Hagiographies

The three hagiographic works conceived by Aretino between 1539 and 1543 as conclusion to his experience of rewriting sacred subjects – started with the biblical paraphrases – give us a privileged insight to his use of ekphrasis, a practice that has a direct influence on the technical lexicon of the modern art critics, starting with Vasari. Aretino, already renowned as art connoisseur thanks to his “fieldwork” and to the two first books of Lettere, can now involve the most important artists of the Renaissance in his attempted amplificatio of the hagiographical sources. These artists become part of an emulative game that glorifies the author’s aesthetic judgement, both on ancient and modern art. Thanks to this glorification Aretino can proclaim himself as mediator between courts and studios, a role that justifies his effort to promote his friend Tiziano. Tiziano and Michelangelo, the greatest masters according to Aretino, are indeed the perfect companions in his project for a new poetic of sacred, right on the eve of the Council of Trent.

Keywords: Pietro Aretino; Ekphrasis; Hagiography; Tiziano Vecellio; Eesthetic judgement; Connoisseur; Amplificatio; Rewriting of sacred subjects; Mediation; Council of Trent.