Ancora sulla belle matineuse di Annibal Caro

Franco Pignatti

Lo studio ricostruisce la storia del sonetto incipitale delle rime di Annibal Caro(1569), di cui sono tramandate quattro redazioni con varianti cospicue. La prima di esse è attribuita a Francesco Maria Molza da un testimone inaffidabile. La redazione più evoluta è individuata nelle Rime di diversi illustri signori napoletani (1552), poi accantonata nelle Rime del 1569 per privilegiare una redazione d’autore intermedia. Ampio spazio è dato alla fortuna del testo nella lirica italiana del XV secolo e al suo successo oltralpe, legato a un celebre saggio del letterato francese italianisant Gilles Ménage. In particolare, è studiata la genesi del sonetto nell’ambiente farnesiano romano degli anni trenta-quaranta, con riferimento specifico alla produzione in rima per Faustina Mancini e Livia Colonna. Attenzione ricevono anche un sonetto di Molza, di cui non era stata sinora indicata la fonte in Cicerone, De natura deorum, e un passo del Palagio d’amore di Ludovico Paterno dedicato a Caro e Molza, di cui si propone una nuova lettura.

Parole chiave: Annibal Caro; Francesco Maria Molza; Poesia lirica; Gilles Ménage; Faustina Mancini; Livia Colonna; Cicerone; Ludovico Paterno.

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The essay retraces the story of the opening sonnet from the Rime by Annibal Caro (1569). Four different versions of this sonnet have been preserved, all with considerable variations. The first version is ascribed by an unreliable witness to Francesco Maria Molza. The version included in the Rime di diversi illustri signori napoletani (1552) is considered to be the most fully-evolved: this draft was later discarded and replaced in the Rime of 1569 by an intermediate version by the author. The essay also examines the popularity of the text in 16th-century Italian lyric poetry and its reception in France in the wake of a famous essay by the italianisant French scholar Gilles Ménage. In particular, the origin of the sonnet in the Roman milieu gravitating around the Farnese family in the years 1530-1540 is explored, with specific reference to the poetry dedicated to Faustina Mancini and Livia Colonna. In addition, Cicero’s De natura deorum is identified for the first time as the source of a sonnet by Molza. Finally, a new interpretation is offered of a passage from the Palagio d’Amore by Ludovico Paterno dedicated to Caro and Molza.

Keywords: Annibal Caro; Francesco Maria Molza; Lyric poetry; Gilles Ménage; Faustina Mancini; Livia Colonna; Cicero; Ludovico Paterno.